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Giovani? No, via!

Giovani? No, via!

lavoro

Cosa vuol dire passare le proprie giornate ad inviare curriculum bevendo caffè su una scomodissima sedia? Questa può essere una realtà lontana dalla vostra se già lavorate o ancora studiate. Tale situazione è la medesima per circa 1,4 milioni di ragazze tra i 18 e i 29 anni in Italia. La mancata educazione e la disoccupazione sono frutto dell’incertezza e della precarietà del nostro Paese. I dati post-pandemia sono più che instabili. Le statistiche sono preoccupanti: solo il 13,2% di bambini avrebbe la possibilità di frequentare un nido. L'emergenza Covid ha poi reso la situazione ancora più precaria per cui il 13,5% di ragazzi che abbandonano la scuola ha più difficoltà nella ricerca lavorativa. Dai dati emerge, però, un particolare: le ragazze neet (disoccupate) sarebbero il 24,3% contro il 20,2% dei ragazzi e guadagnano il 19% in meno rispetto agli uomini.

lavoro donne

L’Italia è sempre stato un Paese difficile per le donne dal punto di vista lavorativo, a partire dalla ricerca di un’occupazione. Questo riguarda anche gli adolescenti che quindi decidono di studiare in altri Paesi, continuandoci a lavorare. Secondo le statistiche, negli ultimi dieci anni, l’Italia è stata vittima di una vera e propria fuga di 385000 cervelli. L’instabilità educativa, già presente per alcuni studenti, si accentua in questo periodo di didattica a distanza dove molti perdono motivazione e attenzione. Spesso veniamo etichettati come "parassiti sociali" da alcuni adulti e accusati di non voler far nulla nella nostra vita. La ricerca di un lavoro è un qualcosa di personale e la Costituzione non può far altro che predisporre le condizioni e le forme necessarie. La politica dovrebbe farsi carico di promuovere maggiormente l’istruzione pubblica, in quanto è essa la chiave di volta della nostra nazione e del futuro di noi giovani. 

 

Ludovica Vadrucci