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Smart working: come il Covid ha stravolto la vita dei lavoratori

Smart working: come il Covid ha stravolto la vita dei lavoratori

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Prima del Covid da casa si contavano circa 200mila lavoratori: cifra infima rispetto al numero di lavoratori in loco. Funzionava così in Italia nel 2019, come certificato dall’Istat insieme all'ufficio statistico europeo, Eurostat. Circa otto lavoratori su dieci infatti prestavano servizio nei locali e negli uffici aziendali o dell'ente. 

Pochi avevano la propria abitazione come postazione "principale” e altrettanti  avevano sperimentato un'attività da remoto. La cifra complessiva non superava 1,3 milioni.

La pandemia però ha stravolto completamente questi numeri. Le stime dell'Istituto indicano all’incirca 8,2 milioni di potenziali smart worker.

ricomporre vita

L'Istat osserva come questo cambiamento durante l'emergenza sia risultato determinante per preservare in generale l'occupazione, ma anche fondamentale per limitare la mobilità quotidiana, in particolare nelle zone urbane. Un ulteriore fattore che l'Istituto invita a non sottovalutare è che grazie all’impiego del lavoro a distanza per coloro che impiegano più di un'ora per recarsi al lavoro, è possibile diminuire di circa 800mila ore il tempo speso negli spostamenti e, in particolare, l'inquinamento a esso associato per ogni giorno di smart working

In conclusione, è possibile notare come prima della pandemia fosse presente un confine tra vita personale e lavoro, cosa difficile da trovare ora che nella propria abitazione si compiono la maggior parte delle attività quotidiane, compreso appunto il proprio impiego. Inoltre, il lockdown ha comportato una rivoluzione non indifferente ed ora probabilmente bisognerà ricomporre i pezzi e modificare i nostri stili di vita, con la speranza di poter ritornare alla routine che caratterizzava le nostre giornate.

 

Giada Cassano