Il deepfake è una tecnologia che utilizza una forma di intelligenza artificiale chiamata deeplearning per creare video di eventi falsi.
Ciò ha vari tipi di utilizzo che vanno dal cinema pornografico alle truffe e per finire nel settore politico per screditare l’avversario; o più semplicemente il deepfake potrebbe rendere inattendibili anche le intercettazioni audio ambientali.
Il principale pericolo di questo fenomeno è quello di creare una società zero-trust in cui le persone dubitano di tutto, persino di quello che vedono con i propri occhi. La vera sfida, quindi, sta nel riuscire a capire come includere l’intelligenza artificiale per progettare un domani migliore che non rappresenti una minaccia. A tal fine l’uso della tecnologia stessa dovrà servire per eliminare queste problematiche; infatti dietro al modo in cui ci relazioniamo con la tecnologia, c’è sempre qualcuno che ha esaminato l’uso che avremmo fatto di quella tecnologia; in merito esiste, infatti, uno studio chiamato Usability.
Ogni anno alla “usabilità” viene dedicata una giornata mondiale, il World Usability Day che chiama a raccolta tutti i progettatori del futuro.
Dal 2014 esiste una edizione italiana di questo incontro; pochi mesi fa si è tenuto a Roma il WUDRome 2020 che ha coinvolto ricercatori, sviluppatori e professionisti della comunicazione italiana ed internazionale per rispondere e discutere del rapporto tra intelligenza artificiale ed essere umano, la Human-centered Artificial intelligence.
Bianca Loiacono
