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Il misterioso sguardo di Sant'Eufemia

Irsina

A 80 km da Bari nella provincia di  Matera, nascosta fra i colli della Basilicata,  Irsina, un tempo chiamata Montepeloso, è una cittadina medioevale di un certo fascino e interesse storico che negli ultimi anni è stata rivalutata grazie all’affluenza  di molti visitatori stranieri provenienti principalmente dal nord Europa, portandoli talvolta ad acquistare e ristrutturare le pericolanti abitazioni del misterioso e labirintico centro storico quasi completamente disabitato. Risiedono ormai nel centro storico più di ottanta famiglie inglesi e belghe.

Tra i suoi tesori c’è sicuramente la cattedrale di Santa Maria Assunta che custodisce un’importante scultura dedicata alla patrona del paese Sant’Eufemia.

Eufemia

Dietro questa bellissima ed enigmatica statua aleggia un velo di mistero dovuto alla storia e provenienza tutt’oggi ancora incerte, infatti l’opera è attribuita da molti studiosi e critici d’arte al famoso scultore rinascimentale Andrea Mantegna e se si trattasse davvero di un’opera  del Mantegna,  sarebbe una rara testimonianza dell’attività scultorea dell’artista. La statua, sintesi tra novità rinascimentali e compostezza classica, raffigura la santa con una mano nelle fauci del leone, l’altra mano invece regge un triplice monte con un castello, simbolo di Montepeloso. Osservando ogni parte dell’opera non si può negare che sia stata realizzata con indiscutibile cura e qualità, soprattutto se ci si sofferma sulle bellissime mani affusolate o i dolci e nobili lineamenti del volto. E’ proprio l’espressività del volto  la vera particolarità di questo capolavoro, lo scultore è riuscito a donare al volto della santa una grande forza comunicativa, al tempo stesso tragica e piena di stupore, lo sguardo appare incredibilmente penetrante.

Perdersi nelle vicoli di questo piccolo centro, riconosciuto dal 2018 tra i borghi più belli d’Italia e scoprirne i suoi tesori nascosti tra stupore e meraviglia, costituisce senza dubbio un’esperienza di  grande fascino e suggestione.

 

Alberto Perosa