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Preda o predatore: chi è la vera vittima

narciso

L’attrazione verso un’altra persona deriva dall’illusione di riconoscerla come complementare a sé ed è determinata da una serie di fattori inconsci che si proiettano nell’altro.

A confermarlo sono le ultime ricerche della Psicologia. Una dinamica – dicono gli studiosi – esistente in ogni tipo di relazione, con la differenza che nei rapporti tossici, invece di proiezione, si tratta di illusione. Un individuo che, per esempio, ha subito abusi fisici, emotivi, o è stato trascurato durante l’infanzia, non confidando nel proprio valore, cercherà conferme e sostegno in chi si mostrerà in grado di dargliele. L’altro, invece, poiché affetto dalla cosiddetta sindrome del narcisista, cercherà persone empatiche e sensibili, con una propensione all’auto-sacrificio, fragili e con un’autostima bassa, caratteristiche, queste, utili ad alimentare il suo ego da predatore, che fiuta le vulnerabilità delle sue prede e si lascia venerare come se fosse un dio.

Si tratta – secondo gli ultimi studi – del cosiddetto “periodo d’oro”, la prima fase della relazione col narcisista: è il periodo in cui la vittima va incantata, in cui occorre farle credere di aver trovato ciò che stava cercando. La relazione in questa prima fase è idilliaca. Solo successivamente, nel periodo della “svalutazione”, il predatore può permettersi di rilassarsi: non mantiene le promesse, mente e si dimostra poco disponibile.

La risposta da parte della vittima è di iniziale ribellione, ma ben presto questa si lascia manipolare dal narcisista e tale confronto dialettico non di rado sfocia in violenza.

Lo scarto è l’ultima fase: segnala la fine della relazione e avviene in un momento di estrema fragilità per la vittima o in occasione di una ricorrenza importante, come un compleanno o una promozione di lavoro.

Il narcisista sfrutta questa circostanza per rompere la relazione con la preda, ottenendo l’effetto di imprimersi per sempre nella memoria di lei, attraverso la sofferenza che le provoca.

Alle prime avvisaglie di un rapporto disfunzionale bisognerebbe cercare di sollevare la questione e, se necessario, rivolgersi a uno specialista.

 

Serena Maria Mancini - III B Liceo Linguistico

 

Per saperne di più:

 

Un’intervista a Matteo Merigo, psicologo, psicoterapeuta, sessuologo clinico e consulente di coppia, sulla scelta da parte di una donna di un partner tossico.

 

Un’intervista a Gabriella di Cosmo, psicoterapeuta e sessuologa, sulla sindrome della crocerossina.

 

Il narcisista in amore: le tre fasi della relazione.