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Claudette Colvine : dimenticata dal mondo per una fallacia logica

Le fallacie logiche sono errori dell’argomentazione o del ragionamento. Esse rendono apparentemente falso ciò che potrebbe essere vero di un ragionamento corretto perché violano le regole del ragionamento argomentativo. Conoscerle significa essere in grado di evitare una serie di errori logici in cui si cade da soli in buona fede o si è fatti cadere con intenzione di dolo e che, specialmente se adottati in contesti politici o giuridici, innescano inevitabilmente un meccanismo inarrestabile di ingiustizie.

Nel 2018 Claudette Colvin, membro della National Association for the Advancement of Coloured People (NAACP), in un’intervista alla BBC raccontava la sua storia al mondo. Nel marzo del 1955, la studentessa quindicenne afroamericana della scuola statunitense Booker T. Washington tornava a casa da scuola in autobus. Al tempo vigevano negli Stati Uniti le leggi Jim Crow che tutelavano il feroce sistema di apartheid sudista. Una delle norme riguardava i posti a sedere sugli autobus, severamente divisi tra sezioni riservate ai bianchi e sezioni invece destinate ai neri. Claudette era, dunque, seduta nella sezione in fondo all’autobus assieme ai suoi compagni di scuola. Dopo qualche fermata, il conducente, notando che la parte anteriore dell’autobus era al completo, aveva chiesto a Claudette e ai suoi amici di alzarsi per far sedere una giovane donna bianca appena salita. Al rifiuto della quindicenne il conducente aveva minacciato di chiamare le autorità e quello stesso giorno la giovane viene arrestata.

La storia attirò subito l’attenzione della NAACP che in quel periodo era in cerca di una figura adatta a guidare le proteste contro leggi segregazioniste. Il caso volle, però, che poco dopo l’accaduto Claudette Colvin scoprisse di essere incinta. Una quindicenne proveniente da una famiglia della classe operaia e con un bambino in arrivo, a quel punto, non era di certo la persona giusta per rappresentare il movimento dei Diritti Civili e senz’altro meno appropriata di “una donna sposata, moralmente pulita e con una preparazione accademica abbastanza buona”, come sostenuto da Colvin nell’intervista alla BBC. Così la NAACP ha trovato il leader che stava cercando nella figura di Rosa Parks, mentre il coraggio di Claudette è rimasto nell’oscurità per oltre cinquant’anni. Nel 2000, la donna si è addirittura rifiutata di apparire in un video destinato al Rosa Parks Meuseum di Montgomery, affermando che la versione della storia che il museo voleva raccontare era stata già scelta.

La decisione della NAACP è emblematica se non altro perché mostra come il movimento fosse pienamente consapevole delle possibili obiezioni degli oppositori. Sapevano perfettamente che il volto della loro rivolta dovesse essere un’immagine apparentemente inattaccabile dall’opinione pubblica. Il timore stava, infatti, proprio nella certezza che gli oppositori non avrebbero esitato ad attaccare la persona anziché la giustezza della denuncia, facendo cadere l’opinione pubblica, dunque, in una delle fallacie più comuni: la fallacia ad hominem. È l’errore argomentativo più basato sul pregiudizio negativo, sul discredito della reputazione del protagonista piuttosto che della giustezza della sua denuncia. Se sessant’anni fa il pregiudizio non fosse stato doppio, verso i neri ma anche verso le giovani madri, oggi probabilmente il mondo ricorderebbe Claudette Colvin, invece di Rosa Parks, come colei che cambiò la storia.

 

Serena Maria Mancini, III B - Liceo Linguistico