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La molteplice influenza della moda

È risaputo: il passato è spesso una grande fonte di ispirazione, nelle arti, nella letteratura, nell’architettura. Ma ciò può essere considerato valido anche riguardo “l’arte” della moda? La risposta sembrerebbe proprio di sì. È celeberrimo il detto “le mode ritornano sempre”, ma in che modo? Innanzitutto, c’è bisogno di fare una premessa: che si voglia o no, il modo in cui ci vestiamo parla anche un po’ di noi, perciò siamo portati a usare capi che ci rispecchino, anche nel tempestoso mare delle tendenze. Infatti, dopo il periodo del lockdown, dopo essere stati chiusi per mesi in casa, in molti di noi è nata la voglia di sperimentare, e questo si è riflettuto anche nelle tendenze del momento, come il color blocking o come la voglia di comfort (e, detto fra noi, probabilmente anche di attutire l’impatto del doloroso passaggio dal pigiama ai vestiti di tutti i giorni) rappresentata dall’oversize.

Pian piano, in questo contesto, ha anche cominciato a inserirsi una maggiore attenzione all’ambiente e al nostro impatto su di esso, ed è così che nascono app come Vinted, deputata alla vendita di oggetti e vestiti usati, o negozi e mercatini dedicati al vintage in ogni sua forma. Persino alcune collezioni di famose case di moda, del calibro di Valentino, Atelier Emè o Viktor&Rolf, sono state realizzate con tessuti o abiti d’archivio (abiti spesso visti anche sui red carpet, come quello indossato da Dua Lipa al Met Gala 2023); in casi molto più concreti, è doveroso ricordare la tendenza, tipica di noi adolescenti, a spulciare nel vestiario giovanile dei nostri genitori, finendo un per trovare casualmente pezzi di storie diverse, a cui si aggiungerà così anche la nostra. L’eleganza non ha tempo, così come la complessità dell’animo umano, ed è proprio questo ciò che rende la moda multiforme e simile a noi.

 

Eleonora Mangia, IV B - Liceo Classico