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L'abitudine di modificare le immagini sui social

Al giorno d’oggi chiunque possiede un telefono cellulare: bambini, adolescenti, adulti, anziani. L’utilizzo del cellulare può variare a seconda dell’età: i bambini, sebbene non dovrebbero farne uso, per giocare e svagarsi; gli adulti per lavoro o diletto; riguardo gli adolescenti, invece, si tratta una vera e propria dipendenza, come se lo schermo fosse una calamita che li attrae irresistibilmente.

Il motivo principale per cui il cellulare è parte integrante della vita degli adolescenti è il massiccio e sregolato utilizzo dei social media: instagram, tik tok, ed altri, piattaforme che tengono incollato allo schermo l’utente mentre il tempo scorre. Si utilizza la rete come luogo di condivisione e scambio di informazioni ed esperienze ma non sempre però ciò porta a buone conseguenze. Sui social si mostra la parte migliore della vita di ognuno di noi, “la punta dell’iceberg” in termini figurati. “Tutto ciò che vedi non è mai ciò che è”: gli adolescenti, influenzati dai canoni fisici imposti dalla società tramite immagini di influencer e celebrità, cercano di assomigliare a ciò che vedono, puntando alla ricerca spasmodica di approvazione sociale. Ciò porta molti ragazzi a pensare che il corpo sia una rappresentazione del proprio “io”, unicamente soddisfatto solo se modellato secondo i propri desideri. I filtri, messi a disposizione dai social, inizialmente erano utilizzati unicamente per divertimento, ora, al contrario, per far apparire perfetto il proprio volto e alterarne i connotati in modo da rispettare i canoni che la società ci impone. 

L’apparire è divenuto più importante dell’essere; la verità è che noi, in quanto esseri umani, dotati di ragione e sentimento, non possiamo limitarci ad essere degli ologrammi su uno sfondo, e la nostra aspirazione non deve essere diventare ciò che i social media ci impongono di essere. Non bisogna mai nascondere se stessi per la paura di non essere abbastanza o per l’insicurezza di essere diversi dagli altri, anzi, è proprio la diversità che rende unico ogni essere umano. Ciò che davvero conta non è l’apparenza, ma l’essenza. I social, quindi, possono essere considerati un’arma a doppio taglio: da un lato permettono agli utenti di interagire tra loro e socializzare (nonostante ciò porti ad una riduzione dell’interazione dal vivo che arriva a far diventare perfetti sconosciuti anche persone legate affettivamente), dall’altro causano l’uniformazione tra umani, creando individui uguali tra loro, almeno nell’aspetto, che, però, a lungo andare, inevitabilmente perderanno la propria identità.

 

Sabrina Saponaro, IV A - Liceo Classico