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Supercomputer umani

È ormai assodato che viviamo in un mondo tecnologico dove l’inventiva umana diminuisce sempre di più; vedasi ad esempio i droni (ormai in circolazione da oltre un decennio) e i primi abbozzi di macchine guidate dall’A.I. (Artificial Intelligence).

L’automazione sta prendendo sempre più il posto dell’umano, cioè del cosciente e non è un processo reversibile ma che va assolutamente governato.

Non mi ritengo un fan delle macchine e del loro uso spregiudicato che si fa oggi: l’uomo ha una capacità intellettiva che può essere riprodotta e superata dai computer ma ha in più l’esperienza di vita emotiva che lo porta a compiere determinate scelte morali non di puro calcolo costi/benefici, fosse anche questo calcolo mirato all’interesse collettivo.

Ma se si riuscisse a creare un ibrido che abbia le capacità di calcolo ed elaborazione dei supercomputer e la libertà decisionale umana fondata su emozioni e coscienza? E - domanda fondamentale – è riproducibile artificialmente la coscienza.

Un gruppo di scienziati della Johns Hopkins University guidati da Thomas Hartung sì è data questo compito: invece di costruire l’intelligenza artificiale imitando quella umana stanno attualmente cercando di trasformare gli organoidi di cervello umano (cioè cellule dotate potenzialmente di coscienza) nei mattoni di base per i computer del futuro.

Invece di chip il tutto sarebbe basato su colture tridimensionali di cellule neurali ottenute da cellule staminali indotte artificialmente

L'idea degli autori dello studio è di poter un giorno trasformare questi agglomerati di cellule negli hardware di biocomputer con capacità di calcolo e ragionamento assimilabili a quelle di un cervello umano

Questi computer, se la tecnologia fosse sviluppata al suo massimo, farebbero concorrenza agli esseri umani anche nella capacità di avere coscienza di sé?

Per il momento il nostro cervello è ancora nettamente superiore nel prendere decisioni complesse basate sulla logica e apprende con molto meno sforzo.

Definire questo progetto come ambizioso è riduttivo poiché ci vorranno ancora anni per produrre qualcosa con un potere paragonabile al cervello di un ominide, ma a mio parere sarebbe interessante unire “best of both worlds” come canta Sammy Hagar e creare qualcosa finora ipotizzato solo nei film.

 

Adriano Cavone, IV B - Liceo Classico