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La “lingua” del vicino è sempre più verde

Over the last thirty years, there has been an exponential increase in the use of Anglicisms in communication due to the impact of social media.

In un’epoca in cui la lingua italiana appare sempre più “minacciata” da un estremo uso di termini ed espressioni inglesi occorre, invece, che essa sia valorizzata.
In primo luogo, la nostra lingua madre è lo strumento principale con cui ci esprimiamo e, perciò, è anche quello che meglio dobbiamo conoscere per manifestare i nostri pensieri.
In secondo luogo, sebbene il mondo aziendale faccia grande uso dell’inglese, conoscere bene l’italiano ci permetterà di progredire nella carriera lavorativa in Italia, di saper interpretare leggi, redigere un verbale o emettere una sentenza.
Come affermato dal professor Giovanardi, membro dell’Accademia della Crusca, “il problema riguarda le parole straniere utilizzate nei contesti di comunicazione pubblica”. Nell’ambito della politica, ad esempio, si sente parlare di leader, spread, governance etc., al posto di efficaci termini italiani. Ma siamo certi che tutti ne comprendano il significato?

Inoltre, l’inglese è utilizzato per edulcorare il prodotto venduto o ciò di cui si sta parlando, sfruttando così l’ondata di esterofilia, ovvero “esagerata simpatia o preferenza per tutto ciò che proviene dall’estero”. Le pubblicità presentano sempre più annunci in inglese ma il loro obiettivo deve essere quello di persuadere pur (e soprattutto) utilizzando il lessico italiano, perché - se la persuasione avviene ad un livello inconscio - Freud teorizza che è la “lingua madre” quella che opera nelle profondità della psiche. Dunque, come afferma il presidente dell’Accademia della Crusca, “gli anglismi assumono una funzione che supera quella di prestito di necessità e diventa di carattere retorico”.
Quindi, escludendo gli ambiti in cui l’inglese ci viene in aiuto con tecnicismi, dovremmo chiederci perché servirci di questi termini, che - non padroneggiandoli come la nostra lingua nativa - spesso assumono significati distanti da quelli che ci proponiamo. Quella italiana è tra le lingue che contiene più parole, con sfumature varie e precise. In questi casi, il ricorso a termini di lingue straniere con un lessico più ridotto, costituisce una semplificazione ed una regressione se non un vero e proprio oltraggio (secondo alcuni) alla nostra lingua.


Febe De Fano, III B - Liceo Scientifico