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Per non dimenticare

This article recalls the story of Andra and Tatiana Bucci, two sisters who witnessed the Shoah. Their experience in the Auschwitz concentration camp, recounted in the short film "La stella di Andra e Tati" (directed by R. Vitellaro and A. Belli), makes us reflect on the past and the present: evil is like a contagious virus and unfortunately still exists today. On the one hand we should never lose hope; on the other we ought to remember the past so as not to make the same mistakes in the future.

Shoah

Ricordare è importante per comprendere il presente e progettare il futuro. C’è in particolare una giornata, il 27 gennaio, in cui noi studenti del Convitto Cirillo abbiamo ricordato la Shoah e il male che può provocare una guerra. Dopo aver visto il cortometraggio “La stella di Andra e Tati” (regia di R. Vitellaro e A. Belli), abbiamo realizzato una pagina di diario visivo in cui abbiamo raccolto parole chiave, immagini e alcune nostre riflessioni sulla loro vicenda.
Andra e Tatiana Bucci sono le testimoni viventi del terribile avvenimento che raccontano ancora oggi. Sono due sorelle che hanno vissuto da bambine nel campo di concentramento di Auschwitz. La loro nonna fu uccisa nelle camere a gas e il loro cugino, Sergio, accettò la falsa proposta di poter andare a trovare la propria mamma e finì come cavia per terribili esperimenti. Le due sorelle si salvarono grazie ad una donna che, addetta alla sorveglianza della baracca dei bambini, le aveva prese in simpatia fornendo loro anche caldi indumenti. Le sorelle raccontano che nel campo mangiavano una volta al giorno e dormivano in letti duri e scomodi. Nonostante questo, i bambini riuscivano a creare giochi divertenti come per esempio il gioco delle bancarelle in cui vendevano sassi che fingevano fossero biscotti. Nel campo la loro madre a volte le andava a trovare portando pezzi di pane, ma le bambine non la riconoscevano più.

giorno della memoria

Il 27 gennaio 1945 l’ordine del campo di Auschwitz si trasformò in un grande disordine. Quando i soldati russi arrivarono, liberarono anche Andra e Tati che furono trasferite in Inghilterra, presso un istituto. Un giorno arrivò all’improvviso una lettera. Conteneva una foto. Andra e Tati la fissarono con un grosso punto interrogativo sul volto. Poi capirono che erano ritratti i loro genitori ancora vivi. La loro famiglia si riunì.
Questa storia ci ha fatto riflettere sul passato e sul presente: il male è come un virus contagioso e purtroppo continua ad esserci ancora oggi. A noi tocca non perdere la speranza, ricordare il passato per non commettere gli stessi errori nel futuro.

 

Enrica Carlà, Giulia Lorusso - IA SSIG