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Sport, Scuola e Amicizia: un progetto per metterli insieme

Focus Convittiadi
Convittiadi

In the latest Convittiadi, our school Convitto Domenico Cirillo left an ongoing impact by placing on the podium in several different sports disciplines. This article features the testimonies of the principal (Prof. Ester Gargano), the project leader (Prof. Felice Lo Re), who directed and coordinated the sports event, and a parent (Ms. Linda Cascella), who took part behind the scenes.

Massiccia è stata la partecipazione di rappresentanze convittuali da tutta Italia nell’ultima edizione delle Convittiadi organizzate dal Convitto Galuppi di

Catanzaro.

Il Convitto Domenico Cirillo ha lasciato un’impronta portando a casa il podio in varie discipline sportive. Le testimonianze sono numerosissime, per questo motivo apriamo un’ampia pagina dando voce a chi ha lavorato e partecipato con spirito di appartenenza, a partire dalla Dirigente scolastica che ci accoglie nel suo ufficio.

Convittiadi 1

Buongiorno, Preside. Quali sono gli aspetti più significativi di questa manifestazione?

 

L'aspetto più saliente riguarda la possibilità per i ragazzi di incontrarsi con coetanei provenienti da tutta l'Italia e di confrontarsi attraverso scambi di esperienze. Gli alunni sono stimolati a socializzare e ad imparare ad accrescere la propria autonomia e, allo stesso tempo, lo spirito di squadra. Inoltre, le competizioni sportive insegnano buone pratiche quali il rispetto delle regole e degli avversari. Non da ultimo sono occasioni che arricchiscono il bagaglio culturale anche degli educatori e dei rettori che si confrontano con colleghi di altri convitti. Mi auguro che continuino ad esserci ancora numerose esperienze di questo tipo.

 

Prof. Lo Re, Lei è il referente del progetto Convittiadi già dal 2011. Ci può riferire in breve il senso della manifestazione?

 

Non è difficile per me descrivere il senso di questo progetto. Posso riassumerlo in una sola parola: Unione. È alla base di ogni squadra, di ogni gruppo, nella relazione tra educatori e studenti. Si stabilisce anche tra i partecipanti dei vari convitti d’Italia. Rende molto chiaro questo concetto una frase ribadita nei vari interventi durante la manifestazione: si arriva in questo villaggio con i colori della propria bandiera. Al termine della settimana, indossando la maglia delle Convittiadi non si distingue più la provenienza ma si è uniti sotto un unico simbolo.

Convittiadi 2

Per cogliere le emozioni dei ragazzi che hanno partecipato alle ambite Convittiadi, abbiamo interpellato una mamma, Linda Cascella, che gentilmente ci dedica il suo tempo.

 

Lei che ha vissuto dietro le quinte tutte le fasi del progetto, dalla preparazione alla selezione ed infine alla partecipazione, cosa ricorda dello stato d’animo di sua figlia?

 

Per farlo devo però partire da alcune considerazioni personali. 

Nel corso degli anni mi ero fatta un'idea delle Convittiadi come di un evento straordinario a cui i convittori dall'animo sportivo anelavano. Ma non ne comprendevo appieno le ragioni. 

Mia figlia non mi sembrava particolarmente interessata. 

E mi sbagliavo...

All'inizio dell’anno scolastico, mi ha chiesto di iscriverla ad un corso di pallavolo. Non potevo immaginare che la finalità fosse allenarsi per le Convittiadi. Posso solo lasciarvi immaginare l'esplosione di gioia quando è stata selezionata per far parte della squadra soprattutto perché ha dovuto rinunciare alla sua passione più grande per allenarsi: l’hip hop. A parte l'euforia per un sogno che si realizzava, viveva in prima persona la conferma che con l'impegno si può arrivare lontano. Il secondo posto sul podio per la pallavolo poi lo ha confermato.

 

Marie Noël Nitti, II D - SSIG

Convittiadi 3