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Dal Medioevo al 2024: la Bari medievale vista da occhi moderni

castello svevo Bari

Imagine being able to travel back a thousand years just by strolling through your own city. Although it may seem impossible, thirty teenagers, under the guidance of their teachers,  have done it. Thanks to this experience,the most significant ancient buildings of medieval Bari are now known and their details are documented in this article. 

1132-1197-1292.  

Alle ore 8:30 del 15 marzo 2024 le classi 4AC e 4BC si riuniscono davanti al castello svevo di Bari dal lato della cuffia muraria. 

Ha quindi inizio il nostro viaggio che va così lontano nel tempo ma così vicino nello spazio che ci sembra di essere stati catapultati nei primi secoli del millennio scorso.

Simbolo del capoluogo pugliese, il castello è stato attribuito a Ruggero il Normanno e risale al 1132, con il suo impianto quadrangolare con torri quadrate agli spigoli; tuttavia, esso sorge su preesistenti strutture abitative di epoca bizantina. Il castello fu distrutto nel 1156 dagli stessi baresi (che avevano indotto il re Guglielmo il Malo a radere al suolo l'intera città, ad eccezione di alcuni luoghi di culto), e così Federico II di Svevia recuperò all’uso il castello operando la sua riedificazione e rafforzamento nel 1233.

In realtà di castelli ne distinguiamo due! Infatti, quello di Ruggero fu seguito dall'ampliamento della rocca a opera di Isabella d'Aragona, che la modificò per adeguarla alle più moderne tecniche di difesa con l'intento contrastare le armi da fuoco, e poi in quelle della figlia Bona, regina di Polonia, che vi morì nel 1557. Le due duchesse furono così responsabili dell'istituzione di una raffinata corte rinascimentale nel castello.

Oggi il castello si presenta circondato dall'antico fossato che corre lungo tre lati, ad eccezione della fascia settentrionale, un tempo bagnata dal mare; oltre il fossato c'è la cinta di difesa, di epoca aragonese, munita di grandi bastioni angolari a lancia. Al castello si accede dal lato sud, varcando il ponte sul fossato, entrando nel cortile tra i baluardi cinquecenteschi ed il mastio svevo.

Il castello di Bari ha un valore simbolico perché rappresenta l’universalità del potere imperiale, sottolineato dalla presenza dell’aquila (simbolo di Federico II) che tiene tra gli artigli un piccolo leone. A sinistra dell’aquila nel concio, troviamo un arbusto fiorito con decorazioni a traforo, un giovane dalle lunghe vesti, un drago che custodisce tra le zampe una cornucopia, un’altra figura maschile, forse un nano e due conci decorati con motivi vegetali. A destra dell’aquila troviamo, invece, una figura femminile fantastica, forse una sirena, poi un cavaliere barbato, seguito da una coppia di arpie.

Ore 9:30: l'arco ogivale di decorazione eclettica e simbolica descritta in precedenza conduce i ragazzi a un vestibolo, con alte volte a crociera che poggiano su colonne e paraste ornate da capitelli a fogliami, che si prolunga in una loggia affacciata sul cortile centrale di stile rinascimentale abbellito da una scalinata a doppia rampa di epoca aragonese.

Sul cornicione dei lati nord ed est corre un'iscrizione commemorativa di Bona Sforza: "BONA SFORTIA ARAGONIAE REGINA POLONIAE MAGNA DUX LITUANIAE MEDIOLANI BARIQUE PRINCEPS ROSSANI RUSSIAE PRUSSIAE MASOVIAE SAMOGITIAE DOMINA HANC ARCEM SUIS FAMILIARIBUS INSTAURAVIT AC REFORMAVIT ANNO DOMINI MDLIV".

Sul lato ovest corrono invece le due rampe della scalinata rinascimentale; la rampa di sinistra sostituì quella preesistente medievale, quella di destra fu realizzata per l’accesso a cavallo. Nel cortile sulla sinistra è presente la Gipsoteca che accoglie numerosi calchi raffiguranti le più interessanti strutture architettoniche e decorative dei monumenti romanici pugliesi. Sono inoltre visitabili scavi archeologici di epoca bizantina, normanna, svevo-angioina. La visita si conclude con la sala multimediale in cui è possibile assistere alla proiezione di un filmato sulla storia del castello in diverse lingue europee.

 

Raffaella Scalise, IV A - Liceo Classico

Photocredits: Chiara Forliano, IV A - Liceo Classico

(a cura della prof.ssa Chiara Troccoli)